giovedì 10 aprile 2008

Da "Una storia semplice di Sciascia"

CAP. I
SCENA I
Roghi ovunque. La gente lancia dalle finestre e dai balconi sedie, tavoli e altra “robaccia vecchia” in legno. C’è fumo tutto intorno e aria di festa. Nel cortile antistante la questura, i ragazzi giocano con i roghi e, guardano i fuochi con soddisfazione.

Una mamma esce da un portone di corsa e si dirige verso suo figlio:
Madre: “Figliu, giocasti ancora con il fuoco?”
Da un ceffone al bambino
“Matta mi facesti diventare, entrai e uscii dal portone mille volte e io devo lavorare”
Una voce tra i ragazzi “Antò, vai che tua madre deve fare la ciar …bottana…
Risate

Scena II:
Questura. L’ufficio è illuminato da una luce fioca. Stanza vuote ma illuminate. Il telefonista guarda l’orologio in attesa di smontare. Sono le 9.37. Ha i piedi sul tavolo che gli sta innanzi e giocherella con le carte d’ufficio sul tavolo. Il telefono squilla. Si sistema sulla sedia come se fosse stato “colto in frangante”
Telefonista: “Questura. Si, pronto…”
Silenzio…

Telefonista: “Pronto”
Roccella: “Mi chiamo Roccella. Giorgio Roccella”
Silenzio
Telefonista: “Si, dica pure”
(con aria seccata, ma professionale)
Telefonista: Vorrei parlare con il Sig. Questore
Telefonista(con aria ironica):
“Il Questore non è mai in questura a quest’ora”
Telefonista: “Le passo l’ufficio del commissario?”
Roccella(con voce tremante): “Si, grazie”
Telefonista ad alta voce dopo aver tirato un sospiro
“Tutti a me i matti, il questore a quest’ora il giorno della vigilia di San Giuseppe ”
(ride sarcasticamente)

Scena III
Interno della questura. Sulla parete ormai grigia, accanto alla scrivania del commissario sono appese delle cartoline di Cuba. La scrivania è piena di polvere e di carte, mal riposte. Il commissario accanto alla porta si sta infilando velocemente l’impermeabile grigio, apre la porta. Fischietta. La porta si apre. Il telefono squilla.
(Inquadratura sul brigadiere)

Il Brigadiere: “Commissario, rispondo io?”
Commissario con aria canzonatoria e facendo un giro su se stesso, facendo un passo di salsa:“Sicuro, io sto per andare alla fiesta”
Brigadiere: “Pronto?
Roccella: “Pronto, mi chiamo Roccella. Giorgio Roccella. C’è qui una …(pausa) una cosa che dovrei mostrarle”
Brigadiere: “Una cosa? Mi può spiegare con precisione di che cosa si tratta?”
Roccella: (con voce tremante) “Non è opportuno per telefono. Ma è una cosa che è di sicuro interesse per la polizia. Io non posso tenerla qui, capisce”
Brigadiere: “Capisco…. (pausa)
(Con aria diffidente)
Brigadiere (con tono di sfida):
“Mi dà, per lo meno, l’indirizzo preciso. Sa, sarà “non opportuno” (alza la voce) ma non vorremmo girare mezza Sicilia”
Roccella: “Contrada Cotugno, bivio per Monterosso strada a destra”
Brigadiere (ad alta voce ed annotando sul foglio)
“Contrada Cotugno, bivio per Monterosso strada a destra”
Roccella: “E’ esatto. Ma faccia presto, è urgente” (alzando la voce)
Brigadiere: “Saremo lì il più presto possibile”
Roccella (rassicurato): “Grazie”
Il Commissario: “Chi è?”
Brigadiere (con aria affettata): “Sig. Commissario, è un certo sig. Roccella, dice che è urgente, è un affare importante, cioè ha detto ci aveva una cosa da farci vedere, ma non ha detto che cosa, ma è urgente, è a 15 km da qui. Vado a vedere di cosa si tratta?
Commissario: “Figliu mio, calmati, e fammi capire” Si alza e fa un giro intorno al tavolo, poi si ferma e prosegue:
“Ah, Ma questo è uno scherzo. La gente ha voglia di scherzare, specie a San Giuseppe” (alzando la voce)
“Questo Roccella è un diplomatico, console o ambasciatore non so dove”.
“Nun ce nissuno (siciliano) la casa è disabitata. Non viene qui da anni”. “I ladri non ci andrebbero mai né tanto meno a portarci una cooosa”
Brigadiere: “Capisco. Una vecchia masseria, ci sono passato sotto tante volte”
“Si la casa in città è in rovina, figuriamoci, quella di campagna, un rudere, ci pisciano li gatti”
Commissario (dubbioso): “ Ma ha detto una cosa o un cadavere?”
Brigadiere(con fare di nuovo ansioso): “Una cosa. Ma, ha detto che era urgente, sembrava spaventato”
Commissario: “Io ci andrei domani, picciotto miu, domani ti fai una passeggiata in campagna e ti porti pure un fiaschetto di vino rosso, tanto è uno scherzo, e se non lo è, i morti mai risuscitarono”
Il commissario apre la porta per uscire, torna indietro dicendo: “Ah io domani, non ci sono per nessuno matto o normale che sia. Vado a festeggiare in campagna da un mio amico”
Esce cantando una canzonetta in siciliano
Brigadiere: “Mah”
(perplesso)

SCENA IV:
Contrada Cotugno. Si vede il letto di un fiumiciattolo ormai essiccato che scorre ai piedi di una collina. Ci sono alberi intorno la vecchia masseria, il sole in alto è già forte e caldo.
Il Brigadiere e due agenti:
Agente Scogliamiglio : “Brigadiè, ha visto che cicoria?”
Brigadiere: “I cesti lasciali in macchina, tanto tornando dalla masseria, passiamo di qua”
Agente 2: “E’ proprio una bella giornata, l’ideale per una scampagnata”
Brigadiere (con tono tra alterato e di scherno): “ Scogliamiglio, guarda che questa non è una passeggiata, vedi che salita ci aspetta prima di arrivare alla masseria…”
(ride)
Scogliamiglio:”Mizzica”
Brigadiere (in tono alterato): “Cosa hai detto, Scogliamiglio?”
Scogliamiglio: “ho detto pizzica, quest’ erba pizzica un poco”
Sottovoce all’altro agente:
“Nemmeno ll’italiano conosce e tutto il puritano della lingua fece”

SCENA V
Davanti ai magazini due agenti soli
Agente Scogliamiglio: “Ma questi muri sono ctroppo alti. Iammaninne, al brigadiere diciamo che è tutto apposto e che il sopralluogo lo abbiamo fatto, o sennò il sopralluogo se lo fa lui e quella buona donna della moglie, così la scampagnata se fannu”
(Ride)
Da dietro compare il Brigadiere
(facendo finta di non aver sentito e con tono alterato):
“Scogliamiglio, la scampagnata non è ancora una scampagnata, il commissario faceva così per dire… sennò come li trovava due fessi, cioè volevo dire due agenti che venivano il giorno di San Giuseppe a Roccella?”
Scogliamiglio: “Agli ordini, brigadiè”
Agente2: “Signor, si”
Brigadiere: “Bene, Andiamo”

SCENA VI:
Alle spalle del Brigadiere ci sono dei magazzini. Davanti un villino circondato da porte chiuse da catenacci nuovi.
Agente Scogliamiglio (tornando con il fiatone): “Brigadiè, è tutto apposto, non c’è nulla di strano, solo tanta gramigna da estirpare”
Brigadiere: “l’ho dicevo io che avevi da fare l’erbolaio, e non il poliziotto, che mi interessa della gramigna, Scogliamiglio?”
Una voce da lontano:

Agente 2: “Brigadiere, venga un po’ di qua”
Il brigadiere e l’agente Scogliamiglio corrono verso l’altro agente.

SCENA VI:
I tre sbirciano alla finestra. Si vede l’interno di uno studio. Un uomo accasciato sul tavolo.
Avvicinandosi ad una finestra:
Brigadiere: “Sembra morto, ma forse siamo ancora in tempo”
Scogliamiglio: “Qui ci vuole un chiavistello, per aprire”
Agente2: “Si, anche ago e cotone per ricucire il tutto”
Brigadiere: “Svelti, forse si è mosso, forse siamo ancora in tempo”
Brigadiere (dopo aver rotto la finestra): “Ahia, male mi feci”
Agente2: “Tutto a posto?”
Brigadiere: “Solo un taglietto”
Il brigadiere si avvicina al cadavere e si asciuga la ferita con un fazzoletto
“Morto. Non toccate niente”
Agente 2: “Sembra morto anche da tempo, che puzza qui dentro…”
Brigadiere: “Non toccate nulla, finestra, telefono, nulla”
“Agenti, perlustate ma con attenzione”
Agente: “Brigadiè qua c’è una macchina per scrivere”
Brigadiere (tra sé): “Ho trovato.”
“Ho trovato punto che voleva dire?”
Agente2: “E’ un suicidio.”
Brigadiere: “forse. O forse no. Ho trovato che la vita era troppo banale per essere vissuta….. no non va e perché ci avrebbe messo il punto?”
Scogliamiglio: “ Ho trovato che mia moglie era una troia e mi sono ammazzato. Brigadiè qui il punto ci va eccome” (ride).
Brigadiere (come in trance): “ Ho trovato. ”
Brigadiere scrivendo su un black notes: “Il morto ha un guanto. Agente suona meglio il morto ha un guanto o ci ha un guanto infilato?
Agente 2: “In italiano forse suona meglio: gli hanno infilato un guanto”
Brigadiere: “Esatto, quello. Il guanto lo hanno infilato dopo, uno che si ammazza non si infila poi un guanto e poi questa mano destra sul tavolo. Se si fosse sparato da solo, questa mano, sarebbe spenzolante, o no agente?”
Agente2: “Giusto, penzoloni”
Brigadiere: “Quello”
“Dunque (scrivendo sul taccuino) mano destra penzoloni, guanto alla mano sinistra. Su di un foglio posto nella macchina da scrivere c’è scritto “Ho trovato. Pistola a terra a destra della poltrona. Vecchia arma da guerra del 15-18 probabilmente tedesca”
Scogliamiglio (con accento siciliano): “L’avevo detto io, che era omicidio, omicidio colposo”
Brigadiere scrivendo e leggendo ad alta voce “Sulla scrivania: un mazzo di chiavi, un vecchio calamario, fotografia di una comitiva allegra”
“Svelto, Scogliamiglio vai in questura e chiama il questore, solo il questore mi raccomando, e quelli della scientifica”
Scogliamiglio: “Quelli che?”
Brigadiere: “Gli esperti, il medico legale etc..”
Scogliamiglio: “Ah”

Brigadiere: “ah, non ti fermare a parlare con nissuno, dobbiamo lavorare con il questore prima che arrivino i giornalisti ”
Scogliamiglio: “Vado comme nu fulmine”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Con una storia semplicemente complicata, Sciascia lascia intuire il "groviglioso" mondo della giustizia italiana, della curruzione, e lo fa kafkianamente, in modo complesso. Nella mia sceneggiatura non compaiono molte parole dialettali, in rispetto alla volontà letteraria di Sciascia, ma giochi di parole