lunedì 19 aprile 2010

Viaggio a Parigi III Parte


L'auto sfrecciava sull'autostrada in direzione Roma, prima tappa. Il Pupo aveva bisogno di vedere il "Cupolone", un amico per affari. Si affari, aveva detto, ma gli affari consistevano in una partita di coca da recapitare a Marsiglia, anzi vicino Marsiglia in un posto chiamato... Bhò non lo ricordava mica quel posto "La Mer, Le Mer", "Le Monier" o qualcosa di simile. A dispetto del nome il Cupolone bazzicava per il quartiere Tor Bella, veniva chiamato così perchè a soli trent'anni aveva perso i capelli. Intanto "le due mele cotte" chiacchieravano di amori, cuori e fiori. E' così che il Pupo definiva le questioni d'amore. Ma l'amore lui l'aveva mai provato? Quel battito di cuore, quell'emozione violenta che ti spinge a spaccare montagne o valicare confini per vedere l'oggetto desiderato? Forse una volta a venti anni e poco più, per il resto solo storie di sesso, sesso fa rima con "fesso"... si il sesso instupidisce un pò, pensava il Pupo, come una partita di coca. Aveva all'attivo storie con donne di malaffare, donne malcapitate, donne allo sbando senza compagnia, come canta la Mannoia, e a volte per noia, storie con trans. L'amore era rimasto in una bottiglia vuota, quella che aveva bevuto a vent'anni e poco più quando l'aveva lasciato quella ragazza, Ah come si chiamava? Non ricordava più! Qualcosa come Dany, Memy, insomma con la y finale, perchè si sa che quelle con la y, hanno il potere di farti innamorare e poi lasciarti con un "non so più se ti amo" magari a telefono o peggio con un "prediamoci un periodo di riflessione" su sms. Ma lui non c'era più cascato con i nomi con la "y" finale. Il suo lavoro? Ufficialmente era un meccanico, il lavoro non ufficiale consisteva nel fare il "corriere" di partite di droga. Una sola volta lo avevano beccato, fottuto, ma lui era riuscito cavarsela con una sola notte di prigione, era stato rilasciato dopo la convalida dell'arresto. Ma che fesso fidarsi di quel tipo, che era uno sbirro travestito da corriere! Gli avevano indicato una consegna al porto di Napoli, e lui, avvistato il presunto corriere stava per dargli informazioni riguardo la partita di coca. La partita era stata "sviata" in altro luogo per colpa della "soffiata". Ma la notte in prigione non era bastata per cambiare lavoro. Il rischio era il suo forte, senza il rischio la vita è piatta, soleva dire. Soleva sputare sentenze, o proverbi "Chi non risica non rosica" "tanto matta va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"....

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