Suona la campanella prima di mezzogiorno, e ci ricorda di alzarci in piedi con il capo chino per osservare un minuto di silenzio. Un solo minuto. Qualcuno borbotta una preghiera, qualcuno accenna un'espressione triste, qualcun altro inconsapevole un sorriso, qualche altra si guarda intorno, osserva le unghie o guarda distrattamente il compito lasciato sul banco. L'aria si fa sempre più opprimente, entra dalla finestra molle di rugiada. Eppure un minuto sono sessanta secondi. Interminabili a volte, come la paura. La morte arriva leggera. Non la senti. Ti porta via. Morte ladra. Le sensazioni si facevano via via più intense. Quando il silenzio le cerca sotto l'impermeabile, si fanno più rumorose, somigliano ad una chitarra scordata o al rumore di un clacson violento. Un odore forte entrava dalla finestra odore di muschio, di erba bagnata. Non sopporto questo silenzio, ridatemi il mio minuto, voglio coprirlo con un urlo.
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