mercoledì 17 giugno 2015

Viaggio a Parigi VI parte

Davide scappò dalle "due mele cotte" e corse in camerino di Virginia, lì pronta ad uscire sul palco del Moulin Rouge. "Cosa fai qui?" gli chiese Virginia allarmata dalla sua imminente apparizione e dall'audacia del ragazzo. "Voglio esibirmi anch'io" rispose Davide nel suo francese masticato a scuola. Seguì una risata metallica. "Ma tu sei un ragazzo, non puoi esibirti qui". Accavallò le sue gambe sottili e Davide restò impietrito ed affascinato dalla sua sensualità. Virginia scappò via per l'esibizione lasciandolo con un sogno in tasca e tanti pensieri per la testa... Come avrebbe fatto lui a salire sul palco, su di un vero palco? Con un vero pubblico? Un pubblico che ti applaude per quello che sei, non perché deve farlo come il pubblico delle feste a scuola. Virginia intanto entrava ed usciva dal camerino divertita e quasi compiaciuta dalla presenza del suo giovanissimo ammiratore. Ogni tanto si lasciava scappare un risolino stridulo e poi via a far salire le gambe su con i suoi grand batman che lasciavano intravedere la giarrettiera di pizzo nero e rosso. Quando rientrava accarezzava il mento del ragazzo e si lasciava sfuggire un "tu est fou, tu est fou". Davide spiava l'esibizione da dietro le quinte ma i suoi occhi color nocciola erano tutti per Virginia, per la sua ruota rocambolesca, per il suo mento perfettamente inclinato a 30° gradi quando faceva un giro su stessa per rimettersi in posizione. "Cosa fai qui ragazzo!" La voce dell'impresario fece destare Davide dai suoi sogni. Stava per scappare in platea, ma la ballerina del Moulin Rouge ritornata tra le quinte con un gran fiatone, prese per il braccio il ragazzo intimandogli di restare lì. "Enrico lui è Davide" "Davide lui è Enrico" e scappò di nuovo per il gran finale. "Allora devi essere italiano come me" gli disse Enrico. Davide fece un cenno affermativo con il capo ma non scollava gli occhi di dosso dalla sua "protettrice". Certo rispondeva con educazione alle domande del suo interlocutore, il quale gli chiese la sua provenienza, quanti anni avesse, qual buon vento lo conducesse a Parigi. Accennava a risposte tronche, evasive, data la sua situazione di fuggiasco e figlio di detenuto. Virginia tornò con un gran sorriso "Allora avete fatto amicizia?"

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