Una voce bussa alla finestra. Non riesco a dormire, tutti dormono, anche i miei genitori colpevoli del delitto più grave: l'avermi allontanata dal mio unico amore. Sopravvivere all'angoscia è terribile, colpevole di aver ceduto ai ricatti, ho perso la libertà e forse il senno. Tutte le notti ascolto una voce che mi chiama. Tic, tac bussa alla porta della mia mente. E' la tua? Cerco di non affacciarmi alla finestra, ma il desiderio di vederti lì, sotto il mio balcone, è più forte del vento della tramontana. Così mi alzo in piedi in vestaglia, e cerco con lo sguardo il tuo, il tuo sguardo timido, quello che a stento mi sfiorava quando mi rivolgevi la parola. Dicono che il tempo serva a far smarrire i ricordi, dicono che il tempo asciughi le lacrime, come panni al sole. Io non sopporto questo distacco. Non è colmato dalle braccia altrui. Il tempo non colma le distanze, non abbatte i ricordi, nè li sbiadisce. Rivedo come in una cartolina i nostri incontri fugaci. Rivedo i tuoi occhi e li immagino, dolci nocciole che vorrei accarezzare con il mio sguardo. Immagino il mare che urla la nostra rabbia. La rabbia e la noia di non aver operato le nostre scelte. E poi c'è l'amaro di vedere una vita che non è la propria, seguirla da lontano senza identificarsi come un film in cui non sei tu il protagonista. Preferirei la solitudine alla malinconia che mi assale ogni volta che mi sovviene il tuo ricordo. Non essere più triste. Non sarò più al balcone ad aspettarti. Non più. Ti ricordi? Una volta sola mi chiamasti amore, ma il vento riporta alle mie orecchie quella parola, tutte le notti, come una catilena dolce ed amara ad un tempo. Ti porterò dentro nel mio ventre, e quando sul cuscino volgerai il tuo pensiero al mio, le nostre menti si incontreranno almeno nel ricordo. Ti amerò per sempre, tua,
voc' e notte
http://www.youtube.com/watch?v=DqpXsVIxywc
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